Un commento a un articolo interessante apparso nel portale “Vita”, importante riflessione a margine del fatto di cronaca che ha visto protagonista un detenuto in semilibertà, diventato omicida e poi suicida. E che è diventato pretesto per screditare l’utilità delle misure alternative al carcere.

Ricordiamo l’intervento della Senatrice Cucchi che il 10 aprile 2025 ci ha illustrato come il governo sulle situazioni delle carceri abbia assunto una posizione estremamente propensa per una visione punitiva delle pene a scapito della visione rieducativa. Questo ha avuto un impatto sulle condizioni nelle nostre carceri, sempre più estreme sia per i detenuti che per chi vi lavora, vivendo un cronico sovraffollamento, con strutture fatiscenti e con gravi ritardi sugli ampliamenti e sugli interventi sull’edilizia penitenziaria. In questa situazione le condizioni detentive sono spesso in violazione delle convenzioni internazionali e perfino con i dettami costituzionali.
Per rispondere alle strumentalizzazioni sul tema delle carceri sempre più frequenti, abbiamo pensato di dare voce a quei progetti che costituiscono la cosiddetta economia carceraria, ovvero il valore che anche nel carcere può essere prodotto: valore umano ed alcune volte perfino valore economico.